La biografia di



Tony Parker
Biografia aggiornata a fine stagione 2007/08

Tony nasce in Belgio pero' suo padre viveva in Francia quindi ottenne la nazionalita' francese. Sua Madre faceva la modella mentre il padre ha avuto una carriera cestistica lunga 15 anni appunto nel campionato Francese. Passo' i primi nove anni della sua vita' con un solo sogno nella testa: diventare un calciatore professionista. Comunque ebbe parecchie' possibilta' di venire a conoscenza del mondo Nba infatti trascorreva quasi ogni estate dalla nonna paterna la quale viveva a Chicago negli anni d'oro dei Bulls. Parker dice di essersi innamorato del basket vedendo giocare Jordan nelle finali Nba.

Cosi' corse a iscriversi in una squadra di basket e inizio'a passare ore e ore sui playground della sua citta' ma anche in quelli di Chicago. Dove si ispirava ai suoi due idoli in assoluto: Gary Payton e appunto Michael Jordan. Lavoro' duro e con un unico scopo: andare nell'Nba. A 15 anni venne ingaggiato da una squadra di terza divisione: il Centre Federal. Rimase per 2 anni dove l'ultimo dei quali, 1998-99, chiuse con 22.1 punti e 6.5 assist di media... Questi numeri catturarono l'attenzione delle squadre di Serie A e infatti venne convocato nel Paris Racing che milita nel campionato di prima serie francese..

Quando esordi' con il Paris Racing aveva solamente 17 anni quindi passo' il primo anno partendo dalla panchina e abituadosi ai ritimi imposti dagli avversari e dal campionato. Nell'estate seguente il suo caoch decise che per la stagione 2000-01 Parker sarebbe stato il play titolare. Tony ripago' la fiducia riposta in lui e chiuse la stagione con 14.7 pt, e 5.6 assist!! Il tutto contro gente che aveva il doppio dei suo anni e della sua esperienza!!!

Ad accorgersi di lui fu l'allora assistente Gm Buford degli Spurs che inizio' a parlare con Coach Popovich. Il quale pero' restava scettico sulle possibilita' di questo giocatore. I motivi erano i soliti: era bravo ma non era detto che avrebbe sfondato nel mondo dei pro quindi restava un alone di scetticismo da cancellare. Parker distrusse tutti i dubbi nel Nike Hoop Summit del 2000 dove trovandosi contro giocatori del tipo: Darius Miles, Lamar Odom e tanti altri chiuse la manifestazione con: 20 punti, 7 assist, 4 rimbalzi e 2 palle rubate. Popovich si convise che una chiamata al primo giro per Tony Parker non sarebbe stata sprecata.

Venne selezionato al Draft del 2001 nel primo giro con il numero 28 ovviamente dagli Spurs. Nella sua stagione da Rookie erano ancora in molti ad avere dubbi e perplessita' su di lui... Dubbi che presero ancora piu fondamento quando nei mesi di Gennaio e Febbraio 2002 videro Parker imbattersi nel Rookie Wall ovvero quando i nuovi giocatori non ancora abituati al ritmo dell'Nba crollano fisicamento o psicologicamente. Ma presto suonaro le trombe della riscossa! Infatti Tony usci vincente da questa fase e con le gambe e la mente ancora piu' fresche di prima. Da Marzo in poi il suo valore ando' in crescendo e nei play-off fu davvero esplosivo sia nella serie contro i Sonics, vinta in buona parte per merito suo, sia in quella contro i Lakers...

Nel 2001-02 chiuse con un totale di 9.3 pt e 4.3 assist ma, dopo aver trascorso parecchie giornate della off-season in sala pesi e a fare sessioni di tiro, durante la sua seconda stagione (02/03) confermo' l'ottimo rendimento tenuto nei playoffs del 2001. Viaggio' ad una media di 15.5 punti, 2.6 rimbalzi e 5.3 assists. Nella Post-Season ebbe cifre quasi identiche (un leggero calo nei punti e negli assists) ed il suo supporto fu fondamentale per gli Spurs che dopo aver eliminato Suns, Lakers e Mavs arrivarono alla finale Nba dove vinsero il titolo Nba (il primo per Parker). Proprio nella serie Finale del 2003, dopo aver giocato un ruolo decisivo nelle prime partite della serie, il suo rendimento calo' drasticamente e cosi' Popovich nelle gare chiave opto' per un maggior utilizzo di Speedy Claxton (play di riserva dei Texani)...

Nel campionato successivo le sue cifre furono praticamente quasi identiche a quelle dell'anno precedente ma nel primo turno di playoffs, contro i Grizzlies, il suo rendimento sali' a livelli mai visti prima e gioco' anche meglio di Tim Duncan. Lo stesso accade in gara 1 e 2 delle semi-finali della Western Conference ma quando Phil Jackson, da Gara 3 in poi, mise in atto degli accorgimenti difensivi, Parker (complessivamente 18.4 punti, 2.1 rimbalzi e 7 assists a partita), come tutti gli Spurs, si mostro' incapace di reagire e la squadra Texana riporto' 4 sconfitte consecutive con la conseguente eliminazione dalla corso all’anello 2004... A fine estate, in extremis, trovo' un accordo con la dirigenza di San Antonio ed allungo' il suo contratto che altrimenti sarebbe dovuto scadere al termine della stagione 2004/05.

Parker divento' la terza opzione offensiva della squadra, dietro a Duncan e Ginobili, ma resto' comunque l'uomo che iniziava ogni azione. Durante questo campionato concluse con 16.6 punti, 3.7 rimbalzi, 6.1 assists e fece registrare il suo (almeno sino a questo momento della storia) Career-High di punti, rimbalzi, assists e palle rubate (1.23). Durante i playoffs (17.2 punti, 2.9 rimbalzi e 4.3 assists) disputo'una grande serie soprattutto nelle finali di Conference contro i Phoenix Suns, dove Steve Nash non riusci' a tenerlo a bada... Non si puo' dire lo stesso delle NBA FINALS dove, nonostante San Antonio abbia vinto il titolo, Parker ebbe sempre grossi problemi sia in attacco che in difesa soprattutto a causa di Chauncey Billups che fece prevalere la sua altezza e le sua esperienza. Resta comunque un grosso risultato quello di aver gia' vinto due titoli nba come playmaker titolare dei San Antonio Spurs.

Nel 2005/06 Parker ritocco' ulteriormente il suo carrer-high di punti (18.9) e di percentuale dal campo. In quest'ultima statistica viaggio' con il 54.8% risultando il terzo miglior tiratore dal campo. I critici, pero', sottolinearono come l'alta percentuale dal campo fosse dovuta soprattutto ai molti lay up realizzati da Parker che, d'altro canto, per mantere questa media rifiuto' parecchi tiri da tre nonostante (in alcune occasioni) fosse smarcato. Durante i playoffs le sue cifre crebbero di poco (passo' a 21.1 punti, 3.8 assists e 3 rimbalzi) tuttavia questo non fu abbastanza per permettere a San Antonio di battere, nelle semi-finali di Conference, i Dallas Mavs.

Con molte squadre determinate a vincere il titolo (Dallas e Phoenix su tutte) gli Spurs iniziarono il campionato 2006/07 quasi in “ombra”. Tuttavia San Antonio, sotto la regia di Tony Parker, con il passare dei mesi si confermo’ come una potenza della Western e nella post-season nessun team (eccetto forse  i Suns nelle semi finali di Conference) riusci’ mai ad impensierire i  Texani. Per quanto riguarda Parker, Popovich, in avvio di stagione, gli chiese di aumentare il numero di assists e pensare meno all’attacco: Tony, dopo un po’ di “turbolenze”, cambio’ il suo approccio e’ fece scendere la media punti sotto i 20 ma alzo gli assists oltre i 5 a partite (ai quali aggiungeva 18.6 punti e 3.2 rimbalzi). Il volere dell’ex-agente della CIA prosegui’ anche nella post-season dove Parker, specialmente in finale contro i Cavs, fu uno dei giocatori piu’ immarcabili degli Speroni. In nessuna delle quattro partita Cleveland riusci’ ad infastidirlo e grazie ad una media di 24.5 punti, il 56.8% dal campo, il 57.1% da tre punti, 5 rimbalzi, 3.3 assists e quasi una palla rubata a serata venne eletto come M.V.P. delle finali (per la prima volta nella storia della NBA tale premio viene assegnato ad un giocatore di nazionalita’ Europea). L’anello 2007 per Parker, il terzo in carriera dopo quello del 2003 e 2005, sancisce la sua maturazione a tutti gli effetti come uno dei migliori playmaker della NBA.

Vediamo come ha concluso il 2007/08:

Punti
Rimbalzi
Assists
18.8
3.2
6

Nei Playoffs 2008:

Punti
Rimbalzi
Assists
22.4
3.7
6.1

La stagione dell’MVP delle finali 2007 non inizia troppo bene: a livello di rendimento Parker e’ una conferma (anzi aumenta ulteriormente il numero di assists) ma purtroppo, il 30 Novembre, si fa male ad una caviglia. In prima battuta non sembra nulla di grave ma il dolore non vuole proprio passare e cosi’ il marito della Longoria deve “rientrare ai box” per una decina di partite (69 partite giocate in tutto). Durante la sua assenza gli Spurs “assumono” Damon Stoudamire ma quando Parker rientra il posto di play titolare non e’ nemmeno messo in discussione. Nei playoffs il franco-belga esordisce alla grande con 5 partite contro Phoenix dove e’ protagonista di 29.6 punti e 7 assists di media. La sua migliore prestazione di tutti i playoffs probabilmente e’ gara 3 contro i Suns dove sul campo di Phoenix chiude con 41 punti mettendo a referto un colpo “mortale” per il team di D’Antoni (dopo la sconfitta sul baratro del 3-0). Complessivamente nei playoffs ha aumentato tutti i suoi numeri ma gli Spurs, in finale di conference, si sono arresi ai Lakers 4-1. La ragione dell’eliminazione e’ da cercare altrove (una panchina inesistente) ma non nelle prestazioni di Tony Parker.

Per scoprire la galleria fotografica di Tony cliccate sul link sottostante. Buona visione!  


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