La biografia di



Steve Nash
Biografia aggiornata a fine stagione 2007/08

Steve e' un ottimo giocatore ma nella sua famiglia e' quasi una tradizione essere degli sportivi professionisti: il fratello gioca a calcio ed anche il padre ci giocava professionalmente quando era piu' giovane. Proprio il calcio porto' John, padre di Nash, dal Canada a giocare nel Johannesburg in Sud Africa ed in questa terra (il 07/02/1974) nacque il piccolo Stephen John Nash (da sempre chiamato Steve al quale venne dato un passaporto Canadese).

Finita l'avventura calcistica di John tutta la famiglia torno' nella British Columbia, Canada, e qua' Steve si iscrisse alla St. Micheal Victoria High School. Tanti playmaker oggi presenti nella Nba hanno conosciuto e praticato fin da piccoli solo il basket; per Steve le cose andarono in modo diverso perche' la pallacanestro era solo uno fra i suoi sport preferiti, infatti era anche membro della squadra di Hockey e quella di calcio. Come accaduto a molti atleti facenti parte di piu' Team nella stessa High School, Nash prese la decisione di continuare a praticare solo uno sport dei tre e opto' per il basket.

Il suo ultimo anno con la maglia del St. Micheal Victoria HS fu un trionfo completo: 21.3 punti, 11.2 assists e 9.1 rimbalzi... Tripla doppia di media sfiorata!!!!! Bisogna stare attenti a dare il peso giusto a queste cifre perche' se da una parte sono sicuramente di alto livello, dall'altro si deve tenere conto del basso livello tecnico presente nel campionato della British Columbia. Il suo Coach cerco' di sponsorizzare maggiormente Steve facendo una videocassetta e spendendola ai piu' prestigi College degli States ma a quanto pare, non era realizzata molto bene e suscitava piu' ilarita' che stima verso il giocatore: appena Nash accennava a fare una finta tutti gli avversari ci cascavano e si apriva un autostrada verso il canestro... Come previsto buona parte degli Atenei piu' prestigiosi non lo considerarono nemmeno mentre Santa Clara, California, era alla disperata ricerca di un playmaker, quindi gli proposero una borsa di studio che Nash ovviamente accetto'.

Si mise subito al lavoro come playmaker della squadra e cerco' di adattarsi ai nuovi compagni, ai nuovi schemi d'attacco e al livello tecnico della NCAA molto piu' alto rispetto al campionato canadese. Nel suo anno da freshman concluse con 8.1 punti (42.4% dal campo, 40.8% da tre punti e l'82% ai liberi), 2.2 assists e 2.5 rimbalzi; una delle sue prestazioni migliori fu nel tornea della WCC dove nei 31 secondi finali della partita contro Arizona, riusci a guadagnare, e a mettere a segno, sei liberi consecutivi che portarono alla vittoria Santa Clara. Nash fu il primo giocatore di sempre a vincere il trofeo di M.V.P della manifestazione nonostante fosse un freshman.

In estate, 1993, prese parte nella squadra nazionale canadese che ottenne la medaglia d'argento alle Universidadi (perse in finale contro gli U.S.A. di Finley e Damon Stoudamire). Dopo un primo anno di questo calibro non deluse le aspettative e continuo' a crescere, da Sophomore passo' a 14.6 punti, 3.7 assists e 2.5 rimbalzi. Ma le due annate che lo "incoronarono" come uno fra i migliori giocatori di sempre dell'Ateneo, e di tutta la WCC, furono il 94-95 e il 95-96. Da Junior, 94-95, segno' 40 punti contro Gonzaga mentre contro St. Mary's chiuse con 21/21 ai liberi... Le sue cifre a fine anno parlavano di: 20.9 punti (44.4% dal campo, 45.4% da tre e 87.9% ai liberi) , 6.4 assists, 3.8 rimbalzi e venne nominato West Coast Conference Player of the Year.

Anche se fece rilevare un leggero calo nei suoi numeri da Senior venne eletto nuovamente WCC Player of The Year ed inserito nel quintetto ideale All America. Concluse con 17 punti, 6.9 rimbalzi e 3.5 rimbalzi. Fu il quarto giocatore di tutti i tempi della WCC a chiudere in testa alla classifica degli assists e dei punti segnati (l'ultimo a riuscire in questa impresa fu un certo John Stockton)... A livello di Universita' concluse come il migliore di sempre in assists (510), percentuale ai liberi (86.2%), rapporto tra tiri da 3 fatti e seganti (263-656) mentre chiuse al terzo posto come realizzatore di tutti i tempi (1.689 punti). Nel suo anno da Senior stabili' anche la miglior percentuale ai liberi mai tenuta in una singola stagione (89.4%).

Finiti i 4 anni di Universita' (all'inizio degli anni 90 se non facevi tutto il College difficilmente venivi scelto al primo giro) passo' per il Draft dove fu chiamato al numero 15 assoluto da parte dei Suns. La squadra dell'Arizona era priva di un playmaker e quindi, Nash, fu immediatamente felice pensando che gia' dal suo primo anno avrebbe avuto parecchi minuti a disposizione. La sua felicita' fece "marcia indietro" quando pochi giorni piu' tardi in una trade fra Phoenix e Dallas arrivo' nient'altro che Jason Kidd. The WizzKid prese il posto in quintetto e a Steve rimasero 10.5 minuti a disposizione (in 65 partite) dove chiuse con 3.3 punti, 2.1 assists e 1 rimbalzo.

Nel 97-98, suo secondo anno fra i pro, trovo' piu' minuti a disposizione soprattutto grazie ad uno schema di attacco disegnato da coach Danny Ainge che prevedeva l'uso di Kidd playmaker e Steve Nash guardia. Nonostante fu titolare solo in 9 partita ne disputo' complessivamente 76 giocando 21.9 minuti e chiudendo con 9.1 punti, 2.1 rimbalzi e 3.4 assists.

D'accordo con i Suns decise di entrare in una trade che l'avrebbe portato a Dallas dove sarebbe stato playamaker titolare. Lo scambio vedeva Nash andare in Texas per Martin Muursepp, Bubba Wells e i diritti di Pat Garrity. Nel 98-99, la stagione del Lock-out, arrivo' anche Nowitzki dal Draft e Coach Nelson presento' la coppia Nowitzki-Nash come le basi per il futuro della franchigia. A dire la verita' stava correndo troppo perche' Nash non aveva mai guidato una squadra come titolare e tante volte finiva per buttare via la palla in modo stupido oppure non teneva il ritmo degli avversari piu' esperti di lui. Al termine della sua prima annata fu criticato pesantemente perche' nonostante l'incremento dei suoi minuti (da 21.9 a 31.7) nelle sue 40 partite (40 volte titolare) scese a 7.9 punti, fece registrare la sua piu' bassa, per ora, percentuale dal campo (36.3%) ed aumentarono i falli (2.5) e le palle perse (2.8)...

Deciso a riscattarsi nel 1999-00 fu fermato da un infortunio alla caviglia che lo costrinse a stare fuori per un totale di 26 partite. I risultati della squadra iniziarono ad andare meglio (il trio Nash, Nowitizki e Finley iniziava a conoscersi sempre di piu') ma Steve chiuse ancora una volta in singola cifra: 8.6 punti, 4.9 assists, 2.2 rimbalzi. Miglioro' la percentuale dal campo toccando il 47.7% ma gli assists scesero rispetto all'anno precedente. Ancora una volta fu criticato dalla stampa ed alcuni iniziarono addirittura ad etichettarlo come un "bidone". La dirigenza (un po' per calmare le acque e un po' per precauzione) firmo' un altro playmaker di back-up: Howard Eisley.

Nell'estate del 2000 Steve disputo' le olimpiadi con la maglia del Canada ed anche se non vinse la medaglia d'oro, come fecero i suoi colleghi americani, chiuse con cifre migliori di Payton, Kidd e Hardaway. Un segnale positivo? Si direbbe proprio di si e lo confermo' nella seguente stagione dove l'acquisto di Eisley fu inutile perche' Nash ora conosceva i compagni, si sentiva sicuro, sapeva quando passare e quando tirare... Il tutto si tradusse con: 15.6 punti, 7.3 assists, 3.2 rimbalzi ed 1.03 recuperi a serata. Nei play-offs Dallas ribalto' un 2-0 inflitto dai Jazz in un 3-2 ed arrivo' sino al secondo turno (eliminati dagli Spurs). Nash era diventato non solo un ottimo giocatore del Texas ma dell'intera Nba.

La sua crescita continuo' nei due anni successivi ed entrambe le volte (2002-2003) venne chiamato a prendere parte al All Star Game e fu inserito nel terzo quintetto ideale "All Nba Team". Nella miglior stagione mai disputata da Dallas (60 vittorie - 22 sconfitte), 02-03, Nash chiuse a quota: 17.7 punti, 7.3 assists, 2.9 rimbalzi, 1.09 recuperi, il 90.9% dai liberi, il 46.5% dal campo ed il 41.3% dalla linea dei tre punti.

Nel 2003/04 i suoi assists salirino a quota 8.8 ai quali aggiungeva 3 rimbalzi e 14.5 punti a partita. L'aumento dei passaggi, e la diminuzioni della media punti (quasi 3) a partita fu causato dalla presenza di molte "bocche di fuoco" nella squadra: oltre ai "soliti" Nowitizki e Finley, i Mavs potevano contare anche su Walker e Jamison ovvero altri due uomini da 20 punti a partita. In estate divenne free-agent e chiese a Cuban, owner della franchigia Texana, il massimo salariale ma quest'ultimo, considerata anche l'eta del Canadase (gia' oltre i 30 anni), gli rispose di no... Cosi' Nash torno' dove tutto ero iniziato: a Phoenix...

Nel 2004/05 Nash (15.5 punti, 3.3 rimbalzi, 11.5 assists) concluse come il miglior assists-man di tutta la lega e cambio' il volto dei Phoenix Suns. Nessuno si aspettava un suo impatto cosi' forte sulla franchigia dell'Arizona che compilo' una stagione da 60 vittorie e ragginse le Finali della Western Conference. Steve, che come tutti i campioni incremento' il proprio rendimento nei playoffs (23.9 punti, 4.8 rimbalzi, 11.3 assists), venne ripagato con il titolo di Most Valuble Player (miglior giocatore) di tutta la Nba. Merito di questo trionfo fu anche la presenza di Mike D'Antoni (nominato coach dell'anno) che imposto' un gioco fatto di velocita' e contropiede sfruttando cosi' le principali carattersitiche di Nash.

Alle porte del 2005/06 Amare Stoudamire, il terminale offensivo principale dei Suns, giocatore da oltre 30 punti di media, si fece operare al ginocchio facendo nascere l'idea che Phoenix avrebbe vissuto un'annata molto difficile. Nash, come D'Antoni, non si lascio' spaventare dalla situazione e scese in campo piu' determinato che mai a giustificare il fatto di essere stato nominato MVP del 04/05. Il numero 13 dei Suns termino' il 2005/06 facendo stabilire il suo carrer-high (almeno sino a questo momento della sua storia) di punti (18.8), rimbalzi (4.2), minuti giocati (35.5), percentuale dal campo (51.2%) e percentuale dalla linea dei liberi (92.1%). A tutto cio’, il giocatore di origine Canadese, aggiungse 10.5 assists (migliore assists-man della lega) per aiutare sei dei suoi compagni di squadra a scrivere il proprio massimo in carriera per punti segnati in una singola stagione. Questi numeri gli permisero di replicarsi come Most Valuable Player della stagione regolare. Steve si unisce a Magic Johnson come unico playmaker nella storia dell’Nba a ricevere piu’ di un MVP e diventa il nono giocatore di sempre a concretizzare l’impresa di ripetersi come vincitore di questo premio per due anni di fila. Nash rispetto all’anno precedente segno' 3.3 punti in piu’ ed e’ da sottolineare che solo Larry Bird riusci’ ad ottenere due titoli MVP consecutivi con una differenza maggiore di punti fra una stagione e l’altra (il leder dei Boston, nel 1984-85, fece registrare un incremento di 4.5 punti). Il canadese per il quinto anno di fila fu membro della squadra NBA con la piu’ alta media punti e questo gli permette di arrivare alla pari con Alex English e Dan Issell che, nel periodo dal 1980 al 1985, furono i primi a riuscire in tale impresa. I suns nei playoffs passarono due turni in 7 partite (Lakers e Clippers) ma contro i Mavs (finali di conference) pagarono l'assenza di centri e ali grandi di peso da contrappore a Nowitzki e lo scarso utilizzo della panchina. Le medie di Nash nei playoffs parlavano di 20.4 punti, 10.2 rimbalzi e 3.7 assists.

Il 2006/07 vide Nash ripetersi come uno dei migliori playmaker in circolazione e probabilmente come il migliore della Western Conference (18.6 punti, 3.5 rimbalzi, 11.6 assists). Non a caso per il terzo di fila il suo nome era considerato fra quelli dei potenziali vincitori del premio MVP ’07  poi finito, per una manciata di voti, in mano a Dirk Nowitzki (premio comunque meritatissimo anche dal Tedesco). Il Canadese continuava ad essere l’arma principale con la quale Coach D’Antoni innescava tutto il reparto offensivo dei Suns che potendo contare anche su un Amare Stoudemire al  100%,  completamente recuperato dall’infortunio, compilarono l’ennesima stagione da oltre 50 “W”.  Nella corsa alla finale i Suns eliminarono senza troppi problemi i Lakers (ottavi) e poi incrociarono la via dei Spurs. Nei playoffs Nash mantenne delle cifre simile a quelle del campionato (18.9 punti, 13.3 punti, 3.2 rimbalzi) tuttavia l’esperienza dei Texani e un pizzico di sfortuna (in gara 6 Amare Stoudemire era sospeso per essersi alzato dalla panchina nella “mini rissa” della partita precedente – quando Horry fermo’ in modo “violento” proprio Nash) portarono Phoenix ad essere eliminata 4-2.

Vediamo come ha concluso il 2007/08:

Punti
Rimbalzi
Assists
16.9
3.5
11.1

Nei Playoffs 2008:

Punti
Rimbalzi
Assists
16.2
2.8
7.8

La trade che porto’ ai Lakers Pau Gasol, da Memphis, innesco’ una serie di altri scambi e fra questi, decisi a rinforzarsi sotto canestro in vista dei playoffs, anche i Suns si mossero con l’acquisto di Shaquille O’Neal arrivato in Arizona per il sempre criticato Shawn Marion. L’inserimento del Diesel, giocatore che per stazza fisica e eta’ non ha nulla a che spartire con il “run and gun” in versione D’Antoni, inizialmente stravolse gli equilibri della squadra, ma l’idea di Steve Kerr, Gm dei Suns, era quella di vedere Nash rifornire di palloni il O’Neal per formare una combinazione dentro-fuori fra le migliori della lega. In stagione regolare Phoenix torno’ a vincere, quasi 10 trionfi di fila, ma solo contro team perdenti (record al di sotto del 50%). Il campanello d’allarme e’ diventato una sirena dove Phoenix, accoppiata al primo turno con gli “odiati” Spurs, e’ stata eliminata per 4-1. Nella serie proprio Nash, nonostante le cifre assomiglino a quelle della stagione regolare, non riusci’ mai ad entrare in partita mostrando i primi segni di declino. In estate i Suns, secondo alcune fonti, faranno grossi cambiamenti nel quintetto. Steve ha ancora un anno di contratto garantito e poi uno a discrezione della squadra.

Per concludere vediamo quale citazioni e' riuscito ad ottenere:

Per scoprire la galleria fotografica di Nash cliccate sul link sottostante. Buona visione!  


Nba Stars: Steve Nash