Il main-event, ovvero il culmine, del All Star Week-end lo si raggiunge la domenica sera con la storica partita (arrivata alla edizione numero 58) East contro West. Le due squadre (composte da 12 giocatori ciascuna) rappresentano rispettivamente il meglio della Eastern e Western Confernece. I titolari sono eletti tramite voti elettronici raccolti sul sito ufficiale della Lega nba.com o attraverso delle cartoline situate in alcuni negozi convenzionati (come il foot locker) o all’entrata dei palazzetti delle squadre Nba. In tutti questi posti e’ stato possibile esprimere, per un paio di mesi, la propria preferenze per due ali, due guardie ed un centro. I giocatori, sia dell’est che dell’ovest, con il piu’ alto numero di voti ottenuto entrano a far parte dello starting linu-up mentre i restanti 7 membri del roster vengono scelti attraverso una votazione fatta da tutti i coach delle relative conference. In caso un giocatore nominato non possa prendere parte al All Star Game viene sostituito con un altro scelto personalmente da David Stern (massimo rappresentante della NBA). Per quanto riguarda il ruolo dell’allenatore, invece, viene fissata una scadenza: il coach in grado di ottenere la piu’ alta percentuale di vittorie entro tale data viene chiamato a sedersi sulle panchina degli All-Star. Da riportare anche la regola seconda la quale un coach non puo’ allenare per due anni di fila una formazione All-Star. Essere nominato All-Star, sia per il coach che per i giocatori, negli Stati Uniti e’ un onore: significa entrare nella elite dei migliori in assoluto.
All-Star '09 - Lo spettacolo messo in mostra da Dwight Howard lo scorso febbraio al All-Star Game, quando si travesti’ da superman per andare a schiacciare in volo, ha davvero colpito i tifosi di tutto il mondo che quest’anno lo hanno portato ad essere il giocatore piu’ votato di tutti i tempi al AlL Star Game. Oltre al gesto atletico, ovviamente, c’e’ anche tutto l’impegno mostrato da Howard con Team USA e durante l’attuale campionato dove sta risultando il miglior rimbalzista, stoppatore ed il giocatore con piu’ doppie doppie di tutta la Lega. I voti complessivi per lui sono pari a 3.150.181 dunque circa  seicentomila  in piu’ rispetto al precedente record fatto registrare da Yao Ming quattro anni fa con 2.558.278.

Insieme ad Howard nella formazione East All-Star partiranno, in ordine di voti, l’asso dei Cavs LeBron James (2.940.823 voti),l’uomo franchigia degli Heat Dwyane Wade (2.741.413), la colonna portante dei Celtics Kevin Garnett (2.066.833) e  il neo-Pistons Allen Iverson (1.804.649). Contro di loro  prenderanno parte nella formazione West All-Star l’MVP del 2008 Kobe Bryant (giocatore piu’ votato all’Ovest con 2.805.397 preferenze), il regista degli Hornets Chris Paul (2.134.798), il centro dei Rockets (sesta convocazione consecutiva) Yao Ming (2.532.958), l’intramontabile Tim Duncan (2.578.168) e alla sua prima esperienza come titolare Amare Stoudemire (1.480.429).

Per quanto riguarda le riserve Indosseranno la divisa del East All-Star Team il nuovo leader dei Pacers Danny Granger (prima convocazione – 25.8 punti di media ovvero quarto nella lega), il play dei Nets (arrivato un anno fa in cambio di Jason Kidd) Davin Harris (prima convocazione), l’ormai sempre-presente Joe Johnson (terza convocazione filata),  il cecchino dei Magic Rashard Lewis  (convocato al All-Star Game quattro anni fa con la maglia dei Sonics) ed infine conclude, non per questo meno importante, l’MVP della scorsa finale Paul Pierce (settima partecipazione). Fra le riserve votate dai coach erano presenti pure Chirs Bosh dei Raptors e Jameer Nelson dei Magic. Causa infortunio (rispettivamente ginocchio e spalla) non potranno scendere  quindi saranno rimpiazzati da Ray Allen (Celtics) e Mo Williams (Cavs). Sulla panchina della Eastern Conference siede Coach Mike Brown allenatore dei Cavs.

Nel West All-Star Team, sempre procedendo per ordine alfabetico, troviamo: l’acquisto di inizio stagione dei Nuggets Chauncey Billups (quasi 20 punti a partita); la spalla di Bryant ai Lakers Pau Gasol (seconda convocazione); il sette volte (questa sara’ l’ottava) All-Star Dirk Nowitzki; fara’ gli onori di casa con Stoudemire, arrivato alla sua sedicesima partecipazione, the Big Cactus Shaquille O’Neal; scendera’ in campo anche l’MVP della Finale Nba 2007 Tony Parker (alle sue spalle ha gia’ due partite delle Stelle); ed infine si confermano due giocatori gia’ visti in azione l’anno scorso ovvero l’asso dei Blazers Brandon Roy e il termine offensivo (innescato dagli assist di CP3) principale degli  Hornets David West. Sulla panchina della Western Conference siede Coach Phil Jackson (nove volte campione Nba) allenatore dei Los Angeles Lakers.

Vs.
146 119
1 st) Se la presentazione avesse un MVP allora sarebbe di sicuro assegnato a Shaquille O’Neal che si presenta mascherato come il corpo di ballo ed esibisce dei movimenti che non hanno nulla da invidiare al Micheal Jackson dei tempi migliori.
Qualche problema in più lo fanno registrare i colleghi titolari del Diesel i quali faticano come non mai, complice un Howard deciso a stoppare tutto ciò che passa nel raggio del suo braccio, ad entrare in partita.  Cosi’ mentre Amare (sempre più  insistenti le voci sul suo addio a Phoenix), Bryant e Duncan segnano 10 punti gli avversari ne concretizzano il doppio.
Autori della cavalcata iniziale della formazione ospite sono  James (si lancia in versione slalom gigante facendo lo “zig zag” fra Yao, Duncan e Amare), Howard (trasforma di pura prepotenza un assists di Wade in una bimane pazzesca), Iverson e soprattutto l’uomo franchigia degli Heat Wade (colpisce da ogni lato del campo a piacere).
Sotto di 10 punti, 20-10, Phil Jackson chiama il primo time-out a 6 minuti esatti dalla sirena. Al rientro dalla pausa i tifosi dei Lakers vedono in azione un assetto che già conoscono molto bene: O’Neal-Bryant. Il duo, in grado di vincere tre titoli ad inizio millennio (00-02), non perde tempo ad innescarsi con 9 punti del break 11-0 (gli altri due sono di Amare) che costringe Coach Brown alla pausa perche’ in un amen il suo +10 e diventato -1: 21-20, -3.14.  Tony Parker, deciso a riscattarsi dalla brutta figura fatta al PlayStation Skill Challenge di ieri, serve O’Neal per una schiacciata in versione “Shaq Attack”. Big Aristotele segna e ringrazia nell’azione seguente acchiappando i rimbalzo e sforando un passaggio baseball in versione “no look” proprio per Parker il quale puo’ infilare il +7, 27-20, senza problemi.Negli ultimi 120 secondi Lewis  e Pierce riescono ad arginare la fuga (19-0) degli avversari dimezzando il proprio divario. L’ultimo canestro del quarto, pero’, e’ griffato Pau Gasol e stabilisce il punteggio finale di 34-27, +7 West.

2 nd) Il volume della radio proveniente dalla Western Conference parte subito alto con l’insolito trio Franco-Tedesco-Americano (Parker-Nowitzki-Roy) che in meno di due minuti (ri)stabilisce il massimo vantaggio visto sinora: 31-42, +9 West.
Lo scorso giugno Allen e Pierce sono stati in grado di vincere il titolo e stanotte mostrano l’intesa acquisita riportando in partita il team della Eastern Conference grazie ai loro canestri.  Granger, approfittando di un pallone rubato, veleggia in contropiede e schiaccia il -1: 45-46. A -6.29, dopo un viaggio in lunetta di Gasol, Garnett e Bryant fanno il loro rientro in campo andando ad unirsi ai rispettivi colleghi di team Pau e il duo Paul-Ray.
Pero’ a salire di tono, rubando la scena ai finalisti dello scorso anno, e’ Mo Williams che connettendo tiri da ogni parte del campo a 4.10 dalla sirena pareggia sul 56-56. Chris Paul, pari ruolo di Mo nella Western Conference, regala un paio di donazioni non tassate a Roy e Bryant costringendo cosi’ Brown al time-out. Durante la pausa il trio dei Celtics (Allen-Garnett-Pierce) consegna una torta al grandissimo Bill Russell (11 titoli vinti) per il suo compleanno numero 75.
Finito il momento di festa gli atleti tornano sul campo, ma la musica non cambia: Wade, Howard e James (quest’ultimo abbastanza “scarico” almeno nel primo tempo) continuano ad inseguire il team avversario. Tuttavia CP3, Roy e Duncan non cedono il passo e all’intervallo possono vantare 5 punti di margine: 72-67.

3 rd) Nell’intervallo c’e’ abbastanza tempo per un discorso del Presidente degli Stati Uniti Barak Obama, confezionato ad hoc per l’All Star Game, e per la consegna degli anelli ai giocatori che hanno preso parte all’avventura estiva con Team USA a Pechino. Parlando di Cina e’ proprio Yao Ming a segnare il primo canestro del secondo tempo (primi due punti per lui). Il prescelto, pero’, gli ruba subito la scena cambiando mano in volo e ottenendo un gioco 2+1. Un piazzato di KG  dalla lunetta stabilisce il -6 East, 78-72, anche se a fare la differenza sono di nuovo i giocatori della Western Conference. Un Bryant in versione segugio (4 recuperi in tre  quarti) unisce i suoi sforzi a quelli del Caraibico piu’ famoso del mondo e Chirs Paul andando a costruire un break di 12-2 che, a -7.26, significa +16 per i ragazzi in maglia bianca: 90-74.
James, con una reverse dunk seguita da una tripla, e Wade  provano a rientrare in partite nonostante Bryant si conferma una costante da oltre l’arco. Ray Allen, ricordiamo chiamato a sostituire Jameer Nelson, contribuisce alla causa abbassando le distanze a -11: 95-82.
Con 5.53 ancora da giocare Phil Jackson vuole parlarci sopra e mescolare un po’ le carte come si vede dal quintetto schierato alla fine del time-out dove torna in azione il duo Bryant-O’Neal. A fare la differenza in questo frangente e’ proprio il padrone di casa Shaquille O’Neal. Il Diesel, oltre a servire con un assists volante CP3, vive un momento di grande spolvero. Infatti Shaq realizza  un “uno-due” con CP3  dove recapita la palla a Paul con un passaggio schiacciato sotto le gambe di Howard, quindi riceve l’assists dal numero 3 degli Hornets e va a connettere una bimane stile quella che porto’ in vantaggio i Lakers in Gara 7 della Western Conference del 2000 contro Portland. Non ancora “soddisfatto” il Diesel sale di giri con un paio di schiacciate in uno contro uno  che gli fruttano ben 11 dei 17 punti di break 17-9. Grazie a questo enorme parziale i ragazzi dell’Ovest  a -33.6 vantano un margine di 21 punti: 110-89.  L’ultimo canestro del quarto e’ targato Pierce, ma di non sicuro non impensierisce il West All-Star avanti di 19 punti al suono della sirena: 110-91.

4 th) Con un margine cosi ampio il quarto periodo regala molto azioni spettacolari, ma di sicuro poche emozioni. Nei primi 6 minuti, infatti, le forze si equivalgono ed infatti il divario resta praticamente immutato:  124-108, +16 East. Bryant con una serie di canestri legittima la sua candidatura ad mvp quindi  lascia il testimone a CP3 che sforna assists per tutti i presenti a partire dal suo collega agl Hornets West, passando per Gasol e non dimenticandosi di Roy. Tony Parker inverte i ruoli e decide di mandare a canestro Paul con alley-oop derivante da un assists del francese dalla meta’ campo. Avanti di 24, 136-112, gli ultimi 120 secondi vedono Howard alla ricerca (mancata) del tiro da oltre l’arco e’ un James che chiede spazio per farsi un auto-assists alla McGrady e schiacciare a due mani di prepotenza.

Il team East All-Star conclude con sei uomini in doppia cifra: Garnett (12 punti, 4 rimbalzi, 2 assists), James (20 punti, 5 rimbalzi, 3 assists), Howard (13 punti, 9 rimbalzi, 3 stoppate), Wade (18 punti, 5 assists), Williams (12 punti) e Pierce (18 punti, 4 rimbalzi).  Il team West All-Star ne conta ben sette: Stoudemire (19 punti, 6 rimbalzi), Paul (14 punti, 14 assists, 3 recuperi), Parker (14 punti, 4 assits), Gasol (14 punti, 8 rimbalzi)  e Roy (14 punti, 5 rimbalzi, 5 assists).  Sono eletti co-MVP della manifestazione Kobe Bryant (27 punti, 4 rimbalzi, 4 assists, 4 recuperi) e Shaquille O’Neal (17 punti – 8/9 dal campo – 5 rimbalzi, 3 assists).

Co-M.V.P.: Kobe Bryant & Shaquille O’Neal

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